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Inizio Tour

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Vittorio Zecchin nacque a Murano, il 21 maggio del 1878; forse Figlio di un tecnico vetraio, si formò presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove frequentò le lezioni di Paesaggio tenute da Guglielmo Ciardi, senza tutta via sostenere l’esame finale, prima di dedicarsi al corso di ornato tenuto da Augusto Sezanne, pittore e decorato vicino al movimento secessionista di Monaco. 

 

Autoritratto, olio, 1903, Collezione privata, Trieste.

Donna con Pavone 1913 collezione privata
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Insofferente verso la cultura verista Tardo-ottocentesca, si sentì piuttosto attratto dagli stimoli offerti dal panorama internazionale e dalle ricerche simboliste della Secessione Viennese. Fondamentale in questo periodo l’incontro con la pittura mistica e simbolista di Jan Toorop nel 1905.

 

Bosco, 1915, Collezione privata, Trieste.

GLI ESORDI

A partire dal 1909 condivise l’esperienza del gruppo di artisti legati a Ca’ Pesaro e partecipò alle loro mostre. Nel 1910 vide esposti alla Biennale le raffinate produzioni di Gustav Klimt e da questa serie di suggestioni così profonde, nascerà la sua arte. In questo contesto nasce l’amicizia con il pittore Teodoro Wolf Ferrari, con cui condivide un crescente interesse verso le arti applicate: assieme a lui intraprende una significativa ricerca sulle potenzialità espressive del vetro mosaico, i cui esiti vengono presentati a Monaco nel 1913 e alla Biennale veneziana nel 1914.

 

Donna con pavone, 1913, vetro dipinto, Collezione privata, Venezia.

L’INCONTRO CON LA SECESSIONE VIENNESE

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A partire dal 1909 condivise l’esperienza del gruppo di artisti legati a Ca’ Pesaro e partecipò alle loro mostre. Nel 1910 vide esposti alla Biennale le raffinate produzioni di Gustav Klimt e da questa serie di suggestioni così profonde, nascerà la sua arte. In questo contesto nasce l’amicizia con il pittore Teodoro Wolf Ferrari, con cui condivide un crescente interesse verso le arti applicate: assieme a lui intraprende una significativa ricerca sulle potenzialità espressive del vetro mosaico, i cui esiti vengono presentati a Monaco nel 1913 e alla Biennale veneziana nel 1914.

 

Donna con pavone, 1913, vetro dipinto, Collezione privata, Venezia.

1913-1914

IL CAPOLAVORO LIBERTY

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I pannelli erano collocati al pian terreno, su una lunghezza di trenta metri, all’interno della sala del ristorante dell'hotel. Nel tempo, il ristorante ha subito riparazioni e ristrutturazioni degli interni, i pannelli sono stati smantellati e attualmente sono divisi in undici dipinti, distribuiti in diverse collezioni.

 

Uno dei pannelli per la serie Le Mille e una notte, Ca’ Pesaro, Venezia.

LE MILLE E UNA NOTTE

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SEGNO INCONFONDIBILE, COLOR DI VETRO

L’intero imponente progetto de Le Mille e una Notte raffigura la processione di Aladino e il suo favoloso entourage intento a trasportare molti doni, portati da principi e principesse orientali, per giungere alla corte del Sultano e chiedere la mano della principessa. La meraviglia nell’uso dei colori, il gusto per la linea decorativa mai stanca di muoversi sinuosamente tra fondo e primo piano, fanno di questi pannelli autentici capolavori.

 

Uno dei pannelli per la serie Le Mille e una notte.

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LE ARTI APPLICATE

Sempre più interessato alle arti applicate, durante la guerra Zecchin organizzò a Murano un laboratorio di arazzi e ricami, eseguiti perlopiù con un punto di sua invenzione (“punto mio”) che imita la pennellata. Così, riproponendo e ispirandosi ad alcuni soggetti dei suoi dipinti, realizza una ricca produzione di stoffe ed arazzi, alla quale si dedica ampiamente anche nel dopoguerra e durante gli anni Venti.

 

Tre donne, 1919.

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MATRIMONIO E VETRI VENINI

Il suo senso per il color ed il disegno lo pongono come punto di contatto tra Venezia e Vienna, tra l’arte bizantina e il moderno gusto del design che proprio in quegli anni andava creandosi. Il gusto estetico del mondo islamico si sposa nelle sue opere alle linee grafiche del Liberty. Cromie trasognanti…

Nel 1920 si sposò, chiamato l’anno successivo ad assumere la direzione artistica della nuova vetreria fondata in quell’anno da Cappellin e Venini, per i quali progetta vetri che, abbandonata ogni decorazione superflua di retaggio tardo ottocentesco, si distinguono per l’estrema novità e raffinatezza. I vetri di Zecchin vengono esposti, tra l’altro, alle Biennali di arte decorativa di Monza del 1923 e del 1925, anno nel quale partecipano anche all’Expo parigina dove riscuotono un notevole successo.

 

Tre fate, tempera su legno, 1921, Collezione privata, Carpenedo di Mestre

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GLI ULTIMI ANNI

Dopo lo scioglimento dell’azienda per la quale lavorava Vittorio Zecchin proseguì le sue ricerche sulla stilizzazione della forma dei leggerissimi soffiati. Parallelamente all’instancabile attività di designer di vetri, dagli anni Venti si dedicò all’arte del mosaico e alla progettazione di mobili, ideati per lo più in collaborazione con l’architetto Giuseppe Berti, insieme al quale si presentò alla Biennale di Monza nel 1923 e nel 1927. In questa edizione vengono esposti anche argenti per uso liturgico realizzati su disegno dello stesso Zecchin.

Continuò la collaborazione con numerose aziende per la creazione di vetri e durante gli ultimi anni della sua vita, Zecchin si dedicò all’insegnamento.

Illustrazione per libro, tempera su cartone, 1919, Collezione privata

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